Intervista a Ugo Sposetti di Carlo Bertini – La Stampa, martedì 25 luglio 2017
ROMA. «Lei mi chiede se Berlinguer avrebbe approvato il taglio dei vitalizi? Ma suvvia! Dico solo che lui ha sempre difeso la democrazia e le istituzioni». Ugo Sposetti, senatore da cinque legislature, ex tesoriere dei Ds, alla fine di una lunga chiacchierata non si tiene più: «Sono curioso di vedere se questa volta i compagni che hanno dato vita ad un altro movimento politico, e che continuamente mi chiedono che ci sto a fare nel Pd, si troveranno a votare insieme a Renzi. Voglio proprio vedere». E se il chiodo fisso che assilla questo dirigente di altri tempi è il danno alle istituzioni repubblicane che si sta producendo, il suo bersaglio a questo punto sono «questi quarantenni sprovveduti», tra cui annovera non solo Matteo Richetti e tutti quelli che firmano la legge, ma anche Matteo Renzi.
Sposetti sbaglia il segretario a sfidare i grillini sul loro terreno?
«Sì, Renzi continua a sbagliare e fa danni a se stesso, al Pd e al paese. Noi dobbiamo bloccare il forte antiparlamentarismo che sento, sia nei ragionamenti dei 5Stelle sia del gruppo dirigente ristretto del Pd. E quindi protesto e sento anche il dovere di alzare la voce, perché io non vedo in questi ultimi mesi riflessioni che portano a valori».
Ha letto il libro di Renzi?
«Sì e sul partito leggo che vuole trasformare le sezioni in bocciofile e società di mutuo soccorso, che per inciso, erano pure quelle della prima massoneria».
Insomma è perplesso.
«I valori e gli interessi fondamentali che vanno tutelati oggi penso che siano la democrazia e il Parlamento».
Difendete i diritti acquisiti, ma molte leggi hanno cambiato le regole ai lavoratori che volevano andare in pensione, o no?
«Il punto dei diritti acquisiti è che solleverà un mare di ricorsi. Si apre una voragine, un tunnel che porterà a ricalcolare la pensione a milioni di lavoratori: l`opinione pubblica dovrebbe capirlo e non godere
per i tagli a questo o quel vecchio parlamentare. Rincorrono qualche centinaio di persone per farsi del male da soli. E domando: cosa è successo in questi tre anni che non ci sono più i rimborsi elettorali, anche grazie alle campagne di voi media? M5S continua la sua marcia verso palazzo Chigi, ha insediato due sindaci a Roma e Torino. E c`è la cassa integrazione e il licenziamento dei lavoratori dei partiti».
Ma lei quanto prenderà di pensione? E quanto perderebbe con la legge Richetti?
«Guardi, non lo so e non me lo faccio fare il conto. Perchè quando ho lasciato le ferrovie per andare a lavorare come funzionario del Pci a Viterbo non mi sono chiesto quale sarebbe stato lo sviluppo della mia carriera. Seppi subito che lo stipendio era molto più basso di quello da ferroviere. Non mi vergogno del lavoro in difesa dei partiti e dell`istituzione. E se il senso comune è un altro io lo combatto».
Ma forse i giovani dirigenti del suo partito sono più in sintonia con il comune sentire. O no?
«Io non capisco questi quarantenni che non difendono il Parlamento. Renzi ha fatto approvare la legge sulla legittima difesa e poi si sono pentiti. Ha fatto un accordo per legge elettorale ed è scomparsa pure quella. Sono degli sprovveduti, quello che mi spaventa è questo, l`improvvisazione senza pensare a cosa succede dopo, agli ostacoli. La politica, come disse Hannah Arendt, non è altro che un male necessario alla sopravvivenza dell`umanità».