Due per mille ai partiti, pago e faccio pagare, ma si deve fare di più

Intervista di Annalisa Cuzzocrea – la Repubblica

ROMA – Contro corrente ancora una volta. Sostiene Ugo Sposetti che i numeri annunciati con tanta enfasi da Matteo Renzi e Francesco Bonifazi sui 459mila italiani che in dichiarazione dei redditi hanno dato il 2 per mille al Pd sono poca cosa. L’ex tesoriere ds – sostenitore fino all’ultimo del finanziamento pubblico ai partiti crede che gli obiettivi da porsi debbano essere maggiori.

La legge funziona. Uno schiaffo all’antipolitica, dice il premier. È d’accordo?
“Sono pochi”.

Mezzo milione di italiani. Cinque milioni e mezzo di euro. Pochi?
“Io sono uno che quel contributo lo versa, l’ho fatto l’anno scorso e l’ho fatto quest’anno, quindi va bene così. Ho anche fatto propaganda nel mio piccolo”.

Lo ha chiesto ad amici e parenti?
“Amici e parenti sì, e loro mi hanno dato ascolto. La cifra è molto maggiore dell’anno scorso e questo è un dato positivo, ma rispetto agli 11 milioni di elettori delle europee sono nulla”.

È un meccanismo nuovo, in tempi di antipolitica sembrava destinato al fallimento totale. Non è troppo negativo?
“Se non prendi almeno la metà degli elettori non puoi considerarlo un successo. Certo non si butta via niente, secondo la mia scuola, neanche un euro. Ma l’obiettivo dev’essere il due per mille di almeno il 50 per cento di quelli che ti hanno votato”.

I soldi sono di certo molti meno di quelli che la precedente legge affidava alle forze politiche. Secondo lei così si taglia troppo sull’attività del partito?
“Hanno già ridimensionato, non è questo il punto perché il meccanismo è tutto diverso. Poi certo, finché sei al governo, hai il premier segretario che sta dalla mattina alla sera in tutti i tg, è facile. Puoi risparmiare sulla propaganda. In caso contrario…”.

E come si fa a estendere così tanto il contributo, a ottenerlo da milioni di persone?
“Si può fare se fai campagna e parli del partito. Se non la fai continueranno a essere pochi”.

Ma se lei fosse tesoriere…
“No, no. Non mi faccia fare questo gioco che non voglio entrarci. Quel lavoro l’ho fatto. Ora penso a organizzare la vecchiaia”.