Ecco perché il Pd perde alle elezioni comunali

Intervista a Ugo Sposetti di Carlo Maria Ponzi – Il Messaggero, sabato 24 giugno 2017

Senatore Ugo Sposetti, a Tarquinia, il ballottaggio è una pratica dei candidati di centro destra. Dopo dieci anni di governo, con il sindaco Mauro Mazzola anche presidente della Provincia, il Pd rimane in panchina.
«Una premessa. Le sconfitte vengono sempre da lontano. Sono figlie delle scelte del Pd. Partiamo dalle primarie: abbiamo votato senza discutere sullo stato del partito, del centrosinistra, del lavoro, del dilemma di tante famiglie, della mancanza di una occupazione dignitosa per tante ragazze e tanti ragazzi. Il congresso era la sede per ragionare sulle ragioni della sconfitta referendum del 4 dicembre. Siamo andati a sbattere e c’è chi ha festeggiato con la porchetta».
Ritorniamo in terra di Tuscia.
«Le sconfitte di Tarquinia e Ronciglione sono figlie di arroganza politica, boria, pressapochismo, visione miope. Nella città costiera i candidati sindaco del centrosinistra erano due (ex) assessori della giunta espressa dalla maggioranza uscita vittoriosa cinque anni fa. Non si ancora compreso che il centro sinistra largo e unito vince e vince bene; diviso e stretto, perde. Risultato? I due candidati ottengono voti degli elettori solo per arrivare terzo e quarto».
Perché non si è impedita questa debacle?
«Perché autorevoli dirigenti sono protagonisti di nuovi movimenti politici che dividono il Pd».
Si riferisce ai MoRi (moderati e riformisti)?
«Contro chi punta a indebolire il centro sinistra, si fa battaglia politica. Anche aspra. Lo scontro, anche all’interno di una forza politica, non fa del male alla sua salute. Produce chiarezza, impedisce errori».
Quelli compiuti da Mazzola?
«No. La giunta Mazzola ha cambiato e fatto crescere Tarquinia. Oggi la città ha l’autostrada per Roma, i cui lavori, anche in piena crisi finanziaria, ci auguriamo proseguano verso Grosseto. Potremmo avere presto il cantiere dell’ultimo tratto della superstrada. Ma i risultati vengono vanificati se due assessori si “scornano”, per cui  anche l’elettore fedele non capisce, si stranisce, ti abbandona».
Uno sguardo al comune di Viterbo.
«Nel capoluogo autorevoli dirigenti del Pd sono convinti che il centrosinistra vince e vince anche senza la sinistra. Salvo poi accorgersi, dopo Tarquinia e Ronciglione, che non è così».
Continui.
«No, su Viterbo non parlo più. Ho espresso quello che pensavo (e ancora penso) più di un anno fa. La maggioranza uscita dal voto del 2013 contava 23 componenti. La linea portata avanti dal sindaco e dal Pd ha portato a ridurre la maggioranza a ventuno. Oggi, per seguire la linea di Tarquinia e Ronciglione, è scesa a diciassette. Auguri».